E’ un sistema indiano di Yoga Dinamico codificato da Pattabi Jois formatosi all’Istituto Ashtanga Yoga di Mysore, nell’India meridionale. Il maestro di Pattabi Jois era Krishnamacharya, che proponeva pratiche intense e vigorose. Proprio queste due caratteristiche rendono peculiare l’Ashtanga Yoga.
Caratterizzata dall’esecuzione di sequenze fisse, la pratica di Ashtanga prevede un riscaldamento di Surya Namaskar A e B, una serie di asana in piedi e da una delle 6 sequenze principali di posture, chiamate “serie primaria”, “serie secondaria” e “serie avanzata”. Della serie avanzata esistono 4 varianti, per un totale di 6, una per ogni giorno della settimana. Secondo la tradizione infatti, si pratica 6 giorni su 7 e si lascia un giorno alla settimana per il riposo psico-fisico.
I componenti principali dell’Ashtanga Yoga sono il Vinyasa, i Tristhana e i Bandha.
Il Vinyasa è un sistema tipico di armonizzazione della respirazione e del movimento. Lo scopo iniziale è quello di purificare il corpo rendendolo sano e forte, attraverso lo sviluppo di calore. Con una pratica costante gli effetti pervadono il corpo energetico, dando stabilità e centratura. I Tristhana, ovvero i tre punti di attenzione da mantenere nel corso della pratica: le posture, il respiro, lo sguardo.
Ognuno di essi è legato ad un preciso aspetto di purificazione: le posture rafforzano e danno flessibilità al corpo, l’attenzione al respiro consente di controllare il sistema nervoso, lo sguardo aiuta a stabilizzare la mente. Bandha, ovvero ‘chiusure’ considerate fondamentali per preservare l’energia. Con la loro pratica aumenta il livello di energia quotidiano, acquisendo maggiore forza e salute.